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Terapie

A seconda del tipo di tumore, dell’organo colpito e dello stadio di malattia è possibile effettuare terapie differenti, tenendo conto anche lo stato di salute del paziente, della sua età e di eventuali patologie concomitanti.

I rapporti tra l’esposizione alle fibre di amianto e lo sviluppo di malattie respiratorie, quali asbestosi, carcinoma polmonare e mesotelioma pleurico sono stati approfonditamente studiati da parte della comunità scientifica. Oltre a queste malattie del tratto respiratorio, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha evidenziato un nesso certo con lo sviluppo di altre neoplasie. Tra queste, sono considerate malattie asbesto-correlate i tumori del polmone, della faringe, della laringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon retto e dell’ovaio (IARC, 2012). A seconda del tipo di tumore, dell’organo colpito e dello stadio di malattia è possibile effettuare terapie differenti, tenendo conto anche lo stato di salute del paziente, della sua età e di eventuali patologie concomitanti.

 I TRATTAMENTI PER IL MESOTELIOMA

Il trattamento del mesotelioma va valutato per il singolo paziente da un gruppo multidisciplinare, generalmente costituito da oncologo, anatomopatologo, radiologo, chirurgo toracico, radioterapista, terapista del dolore.

      1. Chemioterapia
        Alla maggior parte dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico viene proposta la chemioterapia; il trattamento di scelta di “prima linea” è rappresentato dall’associazione del pemetrexed con sali di platino (cisplatino o carboplatino).
        Ai pazienti che presentano una progressione di malattia dopo la chemioterapia con pemetrexed, può essere proposto un trattamento di “seconda linea”, in particolare con vinorelbina, gemcitabina oppure, nei pazienti che hanno mantenuto una risposta prolungata al trattamento di prima linea con pemetrexed/platino, un ritrattamento con il pemetrexed.
        Recentemente è stato approvato il trattamento in seconda linea con la combinazione di gemcitabina (farmaco chemioterapico) e ramucirumab (VEGF inibitore capace di arrestare la crescita dei vasi sanguigni del tumore).
      2. Immunoterapia
        L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato nel 2022 la rimborsabilità della combinazione di due farmaci immunologici, nivolumab e ipilimumab, come trattamento di prima linea in pazienti affetti da mesotelioma non operabile e con istologia non epitelioide (quindi sarcomatoide o bifasica). Si tratta di una combinazione di due inibitori di checkpoint immunitari, che hanno un meccanismo d’azione sinergico per la distruzione delle cellule tumorali: ipilimumab favorisce la proliferazione e l’attivazione delle cellule T del sistema immunitario, e nivolumab favorisce il lavoro delle cellule T che individuano il tumore. Grazie alla stimolazione da parte di ipilimumab alcune cellule T possono diventare cellule T della memoria, fattore che permette una risposta immunitaria a lungo termine con conseguenti benefici che durano nel tempo.
      3. Chirurgia
        L’intervento chirurgico in caso di mesotelioma è possibile solo in caso di neoplasia localizzata, diagnosticata in fase precoce e in pazienti in buono stato di salute, senza co-patologie di rilievo. Frequentemente la chirurgia è preceduta dal cicli di chemioterapia (terapia neo-adiuvante). Le opzioni chirurgiche includono:
        • Pleurectomia/decorticazione (P/D): si intende l’asportazione completa della pleura, comprendendo sia quella viscerale che parietale ed eventuale decorticazione, ovvero rimozione del tessuto fibroso. E’ possibile anche la rimozione del diaframma e del pericardio, se intaccati dalla malattia.
        • Pneumonectomia extrapleurica (EPP): si intende la rimozione della pleura e del polmone rivestito dalla pleura intaccata dal mesotelioma, associata all’asportazione eventuale del pericardio e del diaframma.
      4. Radioterapia
        Nell’ambito di trattamenti multimodali, comprendenti anche la chemioterapia e la chirurgia, può essere presa in considerazione anche la radioterapia per i pazienti con mesotelioma, soprattutto con l’obiettivo di controllare i sintomi, in primis il dolore.

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TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE NON TUMORALI

Attualmente non esistono trattamenti specifici per l’asbestosi, ma è possibile ricorrere a terapie di supporto; la comparsa precoce di ipossiemia e insufficienza ventricolare destra portano all’utilizzo di ossigeno supplementare e al trattamento dello scompenso cardiaco. In taluni soggetti può essere indicata anche la riabilitazione respiratoria.
Uno studio condotto presso l’Università del Cairo indagherà l’utilizzo di pirfenidone nei pazienti affetti da asbestosi.

 

Pirfenidone Use in Asbestosis Patients: Efficacy and Prognosis

Uso del pirfenidone nei pazienti con asbestosi: efficacia e prognosi

Descrizione dettagliata: l’esposizione all’amianto è associata alla fibrosi pleurica e polmonare e al tumore del polmone. La fibrosi pleurica ha meccanismi patogenetici e somiglianze cliniche con la fibrosi polmonare interstiziale.
Non esiste una cura definitiva per l’asbestosi.
Il pirfenidone ha effetti antifibrotici e antinfiammatori, la sua sicurezza e l’efficacia per il trattamento delle malattie polmonari interstiziali fibrotiche progressive (inclusa l’asbestosi) rimangono poco chiare e vengono indagate in questo studio.

Criteri di inclusione:
• Pazienti di sesso maschile
• Pazienti con età ≥ 18 anni
• Pazienti che continuano il follow-up per l’intera durata di studio
• Pazienti che soddisfano i criteri clinici e radiologici dell’asbestosi (presenza di alterazioni pleuriche specifiche dell’amianto nella HRCT, alterazioni reticolari e pattern di funzionalità polmonare restrittiva, storia di esposizione all’amianto, assenza di una causa alternativa per malattia polmonare fibrotica)
• Pazienti clinicamente stabili
• Pazienti che hanno firmato il consenso informato
• Pazienti con fibrosi polmonare idiopatica da lieve a moderata
• Data della diagnosi antecedente di almeno un anno prima dell’arruolamento nello studio

Criteri di esclusione:
• Pazienti con ulcera peptica, malattia epatica grave, infezione da epatite C o uno qualsiasi dei seguenti criteri di test della funzionalità epatica al di sopra dei limiti specificati: aspartato o alanina aminotransferasi (AST o ALT) > 2,5 u sopra il limite superiore del livello normale
• Malattie renali gravi, malattie cardiache e altre malattie polmonari croniche, cancro ai polmoni
• Presenza di coesistente infezione respiratoria
• Storia di abuso di alcol o droghe
• Pazienti con malattie neuromuscolari o insufficienza renale cronica
• Paziente in ossigenoterapia
• Aspettativa di vita inferiore a 6 mesi
• Storia di malignità

Centro sperimentatore: Università del Cairo

Responsabile presso il centro sperimentatore: Marwa Mohammed Fouad
Arruolamento non ancora attivo (ultimo aggiornamento: 30 novembre 2021)